Giovanni Prini: elogio del sentimento
Giovanni prini racconta i sentimenti eleganza, armonia, ma anche precisione e raffinatezza accompagna il percorso intenso e sempre in divenire di giovanni prini (genova 1877 – roma 1958) artista poliedrico capace di regalare attraverso i diversi ling
Eleganza, armonia, ma anche precisione e raffinatezza accompagna il percorso intenso e sempre in divenire di GIOVANNI PRINI (Genova 1877 – Roma 1958) artista poliedrico capace di regalare attraverso i diversi linguaggi dell’arte le emozioni della vita tra ordinario e straordinario dove in prima linea sono gli affetti e i legami sentimentali. Scultore dagli echi classicheggianti, ma anche pittore e artigiano Giovanni Primi, tra i più interessanti protagonisti del secolo scorso, ha saputo catturare situazioni viste e vissute, legate alle tradizioni, dove gesti e sguardi erano custodi di pensieri, stati d’animo colti nella loro immediatezza. Alla sua opera riferita a sculture. ritratti scultorei, ceramiche, giocattoli, disegni e mobili, è dedicata la mostra “GIOVANNI PRINI. Il potere del sentimento” aperta dal 21 dicembre 2016 presso la Galleria d’Arte Moderna di Roma.
Promossa da Roma Capitale Assessorato alla Crescita culturale, l’esposizione monografica, curata da Maria Paola Maino, ripercorre l’intenso e complesso iter artistico di uno dei più significativi scultori del Novecento italiano soffermandosi sia sulla sua produzione più significativa comprendente disegni, marmi e bronzi, sia su quella legata alle arti applicate in cui sono contemplate ceramiche, mobili e giocattoli.
E’ agli inizi del ‘900 che Prini giunge a Roma dove i più importanti artisti dell’ epoca, da Giacomo Balla a Umberto Boccioni, da Duilio Cambellotti a Gino Severini, diventano frequentatori del suo celebre salotto nella casa di Via Nomentana ideato insieme alla moglie Orazia Belsito.
Accanto alla scultura e all’attività di insegnante, sensibile alle istanze del Modernismo europeo, è il suo interesse per le arti applicate che lo porta a sottoscrivere nel 1917 il manifesto di Galileo Chini “Rinnovando rinnoviamoci” per la promozione delle arti decorative e successivamente a partecipare nel 1923 alla prima edizione dell’Esposizione Internazionale delle Arti Decorative di Monza. E’ in questo periodo che assume la direzione artistica della fabbrica di giocattoli “SFAGI” di Roma dedicandosi alla produzione di opere e soprammobili in ceramica.
Da sottolineare anche la realizzazione di grandi opere di scultura destinate agli edifici pubblici molti dei quali progettati da Marcello Piacentini e la sua partecipazione alle Quadriennali di Roma e alle Biennali di Venezia.
Le circa 130 opere esposte, per la maggior parte riferite ai più significativi lavori di Giovanni Prini, tra disegni, oli, marmi, bronzi, ceramiche, comprendono anche alcune a firma dei sopracitati artisti e suoi amici, per ricreare un dialogo affettivo tra gli stessi artisti e comunicare stati d’animo e abitudini di una società in trasformazione. Il percorso della mostra che si snoda lungo le sale dei tre piani della galleria, si apre con il dipinto di Giacomo Balla Nello specchio (1902) dedicato al salotto Prini, ambiente rievocato anche attraverso la presenza di alcuni mobili disegnati dall’artista e di cui sono presenti alcuni esemplari :Coppia di scaffali, Mobiletto in legno dipinto. Seguono i numerosi ritratti della moglie Orazia come quelli realizzati da Ettore Ximenes e Mario Sironi, oltre che dallo stesso Prini e poi opere dedicate al mondo dell’infanzia come i piccoli gruppi in bronzo :Segreto di bimbi (1902), Ritratto di bambina (1903) e la raffinata Le gemelle Azzariti (1913) in cui sono ritratte a grandezza naturale le gemelle Diana e Ivonne figlie del generale Azzariti nate nel 1908 a Roma.
Sempre in bronzo sono restituiti aspetti legati alla realtà sociale e alla vita contadina con Le vecchiette di una casa di riposo (1903c). Zappatori (1903), Danzatrice (1926 c.), Il riposo del cacciatore (1927), Riposo della viandante (1929). Tra i bronzi accanto a Le gemelle Azzariti vanno citati Maternità (1909),
la famosa Amanti 1909, Nudo femminile disteso (1925) e Serenella (1933). Diverse e di grande raffinatezza le ceramiche quali; Amanti, Preghiera, e Maschera della fine degli anni Dieci e Simulacro di Cristo (lampada votiva) del 1920. E ancora i vari disegni a carboncino, olio e pastello tra cui Donna e bambini in campagna e Notturno, innamorati sulla panchina del 1900 e Cipressi (1904) e i giocattoli realizzati dalla S.F.A.G.I. in cartapesta e legno.
Opere che raccontano una storia quella legata alle stagioni vissute dall’artista dai primi del Novecento fino agli anni Cinquanta, a sottolineare come la sua freschezza e spirito creativo siano rimasti inalterati nel tempo. Prini si è inoltre cimentato con la scultura monumentale realizzando il fregio del pronao della Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma rappresentando “l’artista e le battaglie artistiche” o “Peana dell’Arte”.
Data di pubblicazione: 19 July 2024
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